mercoledì 11 luglio 2018

Pastasciuttata di gruppo Antifascista il 25 luglio 2018



SEGRATE. Mercoledì 25 luglio dalle ore 20 sei invitato alla Pastasciuttata di gruppo Antifascista del Circolino per ricordare la Famiglia Cervi.


DA DOVE NASCE l'IDEA. Il 25 luglio 1943 Mussolini viene arrestato, creando la temporanea illusione della fine del regime e della guerra. Seguiranno i mesi delle peggiori sofferenze per il popolo italiano, ma in quelle ore si festeggiò in tutta Italia la destituzione del Duce. Da Casa Cervi partì uno degli eventi spontanei più originali, con una grande pastasciutta offerta a tutto il paese, distribuita in piazza a Campegine dalla famiglia, per festeggiare, come disse Papà Cervi, il “più bel funerale del fascismo”. Da più di vent’anni questa festa antifascista, popolare e genuina, rivive nell’aia del Museo Cervi, mantenendo intatto lo spirito di quei giorni.
L’idea di ‘esportare’ la festa della pastasciutta nasce quasi spontaneamente, a partire dalle tante realtà associative che sono in contatto con il Cervi da tutta Italia. L’ideale della pastasciutta del 25 luglio ha conquistato così, e continua a conquistare, molti altri territori e comunità, che vogliono riproporre gli stessi ingredienti della serata di Casa Cervi: la festa per la caduta del fascismo, la pastasciutta, la rievocazione storica. In alcune contrade è già tradizione, ma molti altri hanno continuato a rispondere all’appello di Casa Cervi per collegare regioni e città in questo avvenimento diffuso, dal nord al sud: nel 2017 la rete si è estesa ad oltre 120 manifestazioni in tutta Italia, idealmente collegate con Casa Cervi, grazie all’impegno e alla partecipazione di migliaia di cittadini di tutte le età, uniti in un comune sentimento di libertà. 

CHI ERANO I FRATELLI CERVI. Qui la pagina di Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Fratelli_Cervi
Consigliamo anche la lettura della scheda su Papà Cervi: http://www.anpi.it/donne-e-uomini/972/alcide-papa-cervi

mercoledì 18 aprile 2018

7 Birre X 7 Giorni per festeggiare la Liberazione e i Lavoratori



Ci sono tanti modi per poter festeggiare il 25 Aprile, festa della Liberazione nazionale dal nazifascimo ed il 1° Maggio, festa dei Lavoratori.

Noi del Circolino quest'anno abbiamo deciso di Festeggiare davvero... perchè questi siano DAVVERO giorni di Festa, con la F maiuscola! 

Ecco perchè abbiamo dato vita ai... Birreggiamenti. Una festa che dura una settimana dal 25 Aprile al 1° maggio in cui, un giorno alla volta, presenteremo le nostre nuove 7 birre, 4 alla spina e 3 in bottiglia, selezionate e di altissima qualità per fare del Circolino la migliore ed unica vera Birreria all'aperto estiva di Segrate!



Il 25 Aprile si comincia con la Birra Bionda Pedavena. Una birra italiana e di montagna, come i partigiani della Liberazione. Un birrificio storico, nato nel 1897 in un paesino della provincia di Belluno, che sfrutta le sorgenti d'acqua limpidissime del Monte Avena. Un birrificio con una storia importante: nel 2004 l'Heineken, proprietaria della fabbrica, decise di chiuderlo mettendo sul lastrico centinaia di famiglie del paese e una intera comunità. Ma nel 2006 gli operai e una cordata di imprenditori veneti e friulani riuscirono a ricomprarlo e riaprirlo, facendolo diventare (con tutta probabilità) il migliore di tutta Italia. La nostra birra bionda alla spina per questo giorno in vendita la media a 3 euro.

Alcool: 5,0%
Fermentazione: Bassa
Colore: chiaro
Tipologia: BIONDA



Il 26 Aprile presentiamo la nostra birra Weiss alla Spina. Nasce in Austria nella Fabbrica di Kaltenhausen nel 1439, vicino a Salisburgo. Sfruttando le grotte naturali e le correnti fredde delle montagne circostanti è una delle poche birre al mondo con raffreddamento naturale. Originariamente di proprietà del principe-arcivescovo Hofkammer, per poi passare alla casa reale, è oggi di proprietà privata, impiegando 128 operai. La nostra birra weiss alla spina per questo giorno in vendita la media a 3 euro.

Alcool: 5,3%
Fermentazione: Alta
Colore: chiaro
Tipologia: WEISS



Il 27 Aprile è il giorno della nostra IPA. Il Birrificio è stato fondato a Southwold, nel Suffolk, in Inghilterra, da George e Ernest Adnams e la prima produzione di birra registrata sul sito di Adnams fu nel 1396 da Johanna de Corby. Una tra le birre più antiche al mondo per questo giorno in vendita la media a 3 euro.

Alcool: 6,7%
Fermentazione: Bassa
Colore: ambrato chiaro
Tipologia: IPA



Il 28 Aprile tocca alla nostra belga doppio malto ad alta gradazione (10%). Tradizione di famiglia: sono più di 300 anni, ovvero dal 1702, che Timmermans produce la Gueuze Lambic a Itterbeek, a qualche chilometro dal centro di Bruxelles, in Belgio. All'epoca il birrificio era conosciuto con il nome di "Birrificio della Talpa". Per questo giorno in vendita la media a 3 euro.

Alcool: 10,0%
Fermentazione: Bassa
Colore: Chiaro
Tipologia: BLOND STRONG LAGER



Il 29 Aprile si passa alla prima birra in bottiglia. La Hirter, nata in Austria nel 1270, uno dei birrifici più antichi al mondo ancora attivi. La Hirter 1270 è OGM free, non pastorizzata e quindi completamente naturale. L’utilizzo di puro luppolo aromatico in combinazione con il malto caramellato le conferisce un gusto delicatamente amaro di malto, sottolineato dal grado di saturazione finemente legato. Per questo giorno in vendita la bottiglia a 3 euro.

Alcool: 4,9%
Fermentazione: Bassa
Colore: Chiaro
Tipologia: LAGER



Il 30 Aprile ti faremo provare la seconda birra in bottiglia: l'italiana CASTELLO prodotta in Friuli a Trieste. Un birrificio nuovo, senza storia... ma con la forza della volontà dei suoi imprenditori per una straordinaria iniziativa imprenditoriale! Per questo giorno in vendita la bottiglia a 3 euro.

Alcool: 4,8%
Fermentazione: Bassa
Colore: Chiaro con riflesi dorati
Tipologia: LAGER



Il 1 Maggio chiudiamo in bellezza. L'ultima birra in bottiglia, la DOLOMITI prodotta dal Birrificio Pedavena. Una birra prodotta a Km0 con tutti gli ingredienti raccolti e coltivati solo sulle Dolomiti italiane, simbolo della rinascita del Birrificio nel 2006 e della tenacia dei suoi operai e delle famiglie contadine del terriorio. Per questo giorno in vendita la bottiglia a 3 euro.

Alcool: 6,2%
Fermentazione: Media
Colore: oro caldo con riflessi ambrati
Tipologia: LAGER

Buoni birreggiamenti a tutti! Vi aspettiamo

venerdì 30 marzo 2018

Grigliatona Collettiva di Pasquetta



 NON SAI DOVE GRIGLIARE A PASQUETTA??? 

-- Lunedi 2 Aprile dalle 08.00 --
🍔 IL Circolino presenta PASQUETTA BBQ PARTY 🍔
Mettiamo a disposizione il fantastico e ampio cortile per chiunque volesse realizzare la classica grigliata di pasquetta!!
COME?? Porta la griglia con tutta la carne che vuoi per poter grigliare insieme ai tuoi amici tutto il giorno.
E per l'intera giornata sarà attivo anche il nostro servizio bar con birre e bevande a prezzi scontati per tutti.

per informazioni e prenotazioni 
📨 ilcircolino64@gmail.com 
 3278989779

Ti aspettiamo a grigliare

lunedì 19 febbraio 2018

16-17-18 Marzo a Segrate si festeggiano l'IRLANDA e SAN PATRIZIO! Birra & Carne per tutti


COMUNICATO STAMPA
16-17-18 MARZO 2018
1a FESTA di SAN PATRIZIO di Segrate (MI)
Birra Irlandese, Bollito e Torta di Mele

Per ricordare il 1582° anniversario del passaggio di San Patrizio a Segrate nell’anno domini 436, proprio presso la locanda dove ora sorge il Circolino (una affascinante storia riscoperta dal noto filologo segratese Angelo Vivio traducendo un raro manoscritto ritrovato in una cassapanca del coro della cattedrale di Dublino alcuni anni fa di cui riportiamo la traduzione in coda al Comunicato Stampa), abbiamo deciso di unirci alle genti d’Irlanda per festeggiare.

3 giorni di Birra (O'hara, Oyster, Guinness, Dublin Red) spillata nel metodo tradizionale dell'isola verde, carne alla griglia, bollito e stinco di maiale, torta di mele per portare a Segrate un pezzo di Irlanda per 3 giorni! La prima Festa all'aperto del 2018, per scacciare il freddo e dare il benvenuto alla primavera!

Chiudi gli occhi ed immagina di poter varcare un cancello in provincia di Milano ed essere trasportato all'istante in Irlanda durante la famosissima Festa di San Patrizio.
Immagina di poter vedere ragazze e ragazzi vestiti con i costumi tradizionali, tavolacci e panche di legno ovunque, bicchieroni da litro di Birra irlandese tipica, il profumo del caratteristico bollito che s'alza nell'aria, il caldo sapore della torta di mele, tutto verde dappertutto! 
Soltanto un sogno? No, per un intero weekend lungo, quello del 16-17-18 marzo presso il Circolino di Segrate (Via Achille Grandi 28), città alle porte di Milano che ospita una vastissima comunità irlandese, tutto questo sarà una gustosa realtà!
Musica & Balli. Sabato 17 marzo avremo l'onore di ospirtare il concerto del gruppo di Musica Irlandese AILNOK mentre domenica 18 balleremo le danze tradizionali del paese dei trifogli!.
Come raggiungere la Festa di San Patrizio di Segrate in treno e bicicletta
La festa è facilmente raggiungibile dal centro di Milano con il Passante ferroviario della metropolitana (fermata Segrate, direzione Bergamo) o pedalando fuori dal traffico lungo il Naviglio Martesana (su quella che è stata classificata come la 3a più bella pista ciclabile d'Italia) fino a Vimodrone e da lì, con un comodo raccordo ciclabile, si arriva in 10 minuti. 
Come raggiungere la Festa di San Patrizio di Segrate in macchina e dove parcheggiare
Puoi anche arrivare in automobile, ma i piatti della Festa di San Patrizios sono sicuramente più gustosi se li raggiungi in modo... ecologico! Detto questo siamo vicinissimi all'uscita di Segrate della Tangenziale EST milanese, così come dalla BRE-BE-MI. Per parcheggiare: ti consigliamo il parcheggione di Via De Amicis di Segrate (da cui raggiungere la festa attraverso un veloce passaggio pedonale).


Ufficio Stampa: ilcircolino64@gmail.com - 3278989779
La traduzione del prezioso manoscritto

Armagh, a.d. 457


La nebbia è fitta, l’umidità mi entra nelle ossa, la luminosità del crepuscolo rende spettrale il paesaggio. Piccole e deboli lame di luce riescono a trapassare la foschia, tanto da non farmi perdere. I miei compagni di viaggio non si lamentano ma sono stanchi anche loro.

Ripenso alla mia vita, ricca e povera allo stesso tempo, alle persone che ho incontrato, a quello che sono riuscito a fare ed all’immane compito che ancora mi attende. Gli oltre cinquant’anni mi pesano.
Sono in viaggio da due anni, nella terra che mi aspetta, l’Irlanda, troverò tribù in guerra. Le alleanze durano lo spazio di una notte, da un tradimento all’altro, gli O’Feur, contro O’Dafeur, gli chnothan calltainn contro i Cruaidh, Knorr figlio di Kmer che pretende un trono non suo, il legittimo erede è solo un bambino.

Dopo aver predicato per anni nelle mie terre sono stato convocato da Germano, vescovo di Auxerre, che mi ha nominato vescovo d’Irlanda. Stavo rientrando, volevo rientrare, con tutte le mie forze, ma sono stato raggiunto da un messaggio: ero stato convocato da Papa Celestino, a Roma.

Come potrò evangelizzare l’Irlanda, dove troverò la forza di oppormi ai potenti druidi. Sono riuscito a coniugare i simboli della croce latina e della croce solare, questo mi aiuterà ma come potrò, solo, compiere l’impresa?

Sono nato nella Britannia romana come Maewyin Succat ma ora sono conosciuto come Patrizio.
Scorgo una luce in lontananza, mi avvicino, i miei compagni mi seguono. E’ una locanda, spoglia ma pulita. Ci accoglie una famiglia, si prodiga, ci offre quel che hanno, non molto, ma lo fanno con cortesia; mi accorgo però di una strana espressione negli occhi: tristezza mista a paura e a rassegnazione.

Sono stanco, siamo stanchi, andiamo a dormire. La luce dell’alba mi sveglia, e chiedo al locandiere il nome del contado. Plebis Segratensis (Pieve di Segrate) e questa è la locanda della vecchia, mi risponde l’omone in grembiule. La giornata è limpida, nei campi le piantine di trifoglio sono in piena crescita ed i meleti sono in fiore. Non v’è alcun motivo apparente che giustifichi la tristezza nei loro occhi. Decido di trattenermi con i miei compagni di viaggio per qualche tempo, per riposare e capire.

Il mio fido compagno di avventura, lo scozzese Louis McBorseight, ha capito che le acque dei fontanili, non controllate, inondano i terreni soffocando le colture di orzo. Aiutato dai villici le incanala e costruisce un grande pozzo. Tale la felicità del popolo che in segno di ringraziamento hanno organizzato una grande festa, le tavole imbandite traboccano di carne stufata e di stinco di maiale. Una strana bevanda a base di orzo e luppolo mi conferma dell’esistenza divina, le torte di mele spariscono in un lampo. Tutti gettarono una piccola moneta, dando vita ad una tradizione destinata a durare nei secoli. Suo figlio, Mata McBorseight, ogni sera, nella locanda, narrava agli avventori, poemi epici ispirati alle nostre terre d’origine, contribuendo al rifiorire degli affari ed alla nascita di nuovi amori. L’ultimo dei miei compagni, Charles O’Gealaich amplia la locanda inserendo un gioco, il billiards, che per secoli contribuì a divertire i villici. 

Ci tratteniamo per mesi ed alla fine di maggio scopriamo il motivo della tristezza: l’approssimarsi dell’annuale invasione di serpenti d’acqua che tutti gli anni rovina il raccolto.
Prego e vengo esaudito, i serpenti spariscono.

Felici di aver aiutato questa bella comunità, ripartiamo, e a fine settembre giungiamo a Baile Átha Cliath (Dublino). Passano gli anni, rivedo la mia vita e ne sono contento, altro avrei potuto fare ma tanto ho fatto. Anche in Irlanda ho scacciato i serpenti, molti pozzi portano il mio nome, le piantine di trifoglio mi hanno aiutato a spiegare il mistero della Trinità, i meleti sono tantissimi e la torta di mele è ormai specialità dell’isola. Non posso non rendere merito di tutto questo a quella piccola località nei pressi di Mediolanum.


lunedì 22 gennaio 2018

Sabato 17 Febbraio - I Casoncelli della Fata!

I Casoncelli della Fata di Montemilone**



Sabato 17 febbraio, dalle 20.30, al Circolino di Via Grandi vieni a mangiare i Casoncelli della Fata di Montemilone, una ricetta magica per non far scolorire i capelli!




Tutti credono che i Casoncelli siano una invenzione bergamasca o, al più, bresciana. Ma la verità è molto più avvincente di questa semplice credenza popolare…

Un tempo infatti sul contado di Segrate gravava un’oscura minaccia che, ad ogni carnevale, impediva agli abitanti di divertirsi, mangiare dolciumi e farsi degli scherzi. Pare infatti che uno Stregone, Mario B. Danilotti, infuriato per aver perso la mano di una ragazza di Rovagnasco, figlia di un ricco mercante, e quindi la relativa pantagruelica dote, avesse lanciato una maledizione: per tutto il periodo del Carnevale le donne che avessero mangiato dopo il calar del sole avrebbero visto i loro capelli diventare di colpo… tutti grigi!

All’inizio tutti i villici risero della maledizione di Mario lo Stregone. Ma grandissima fu lo stupore quando videro la giovane Marianna che il mercoledì delle ceneri, dopo aver addentato un grasso cotechino per cena… PUFF! Tutti i capelli da biondi divennero improvvisamente grigi! Ed anche lei mutò carattere: dall’essere una giovane dolce, delicata e sensibile donna apprezzata ed amata da tutti, cominciò a digrignare sempre i denti, a non salutare più nessuno e a sgridare i bambini quando li vedeva giocare! Per non parlare degli anzianotti: guai se li vedeva giocare a carte!!! Erano rimproveri per tutti!

Così poi capitò anche alla giovane Lorenza, alla monaca Silvana, all’idraulica Sharona… anno dopo anno la maledizione collezionava nuove vittime e tutti gli abitanti erano disperati. Ad ogni carnevale tutti perdevano la voglia di stare insieme, divertirsi, farsi degli scherzi e… di mangiare.

Fino a che, un giorno, un aitante mandriano che viaggiava tutta Italia per la transumanza dei suoi animali, originario di Redecesio (tale Emiliano T. Viller), si trovò poco prima del Carnevale in provincia di Potenza (Basilicata) più precisamente a Montemilone. Fu lì che, dopo aver inseguito una delle sue vacche che si era dispersa in un bosco, incontrò una bellissima donna: la Fata Antonia.

Tutti sappiamo come vanno queste cose: quando due giovini si incontrano tra le fresche frasche è sempre facile che accada qualcosa… come fu o come non fu, non ci è dato sapere, il buon Emiliano non riportò solo i suoi animali in quel di Segrate ma anche la Fata Antonia. E arrivarono proprio il mattino del Carnevale ambrosiano! Grande fu lo sconcerto di Fata Antonia quando vide tutte le donne del paese tristi e scure in volto costrette ad un digiuno forzato quando invece avrebbero voluto potersi abbuffare di dolci come le loro formose amiche dei paesi vicini.

Fu così che, saputo della maledizione dello stregone Mario, Fata Antonia decise di spezzare il sortilegio e, di gran lena, con l’aiuto delle tante donne segratesi chiese di farsi portare tutta una serie di ingredienti per preparare una raviolone magico!

Ordinò alle ragazze di Segrate di farsi portare: farina, uova, acqua, carne di manzo, vino rosso, brodo,formaggio grana grattugiato, pangrattato, sale, pepe, aromi (cannella, chiodi di garofano), odori (sedano, carote, cipolle), salvia fresca, burro, formaggio grana grattugiato. Prepararò un soffritto con gli odori e vi rosolò la carne, aggiungendo anche il brodo ed il vino per poi proseguire la cottura per un paio d'ore correggendo di sale e di pepe. Triturò il composto aggiungendo anche il formaggio grattugiato, il pangrattato, e l'uovo. Quindi preparò la pasta impastando acqua, farina, uova e sale, per poi stenderla e tagliarla a dischetti. Al centro di ogni sfoglia inserì una pallina di ripieno, poi ripiegò la pasta a forma di mezzaluna e sigillò i bordi con cura. Fatti seccare i casoncelli, li lessò in acqua bollente per circa dieci minuti. Nel frattempo in una casseruola fece sciogliere del burro ed aggiunse la salvia ed abbondante formaggio grattugiato, utilizzando il sugo ottenuto per condire il tutto.

Alla vista di questi ravioloni dalla forma allungata e ripieni le giovani segratesi gli diedero il nome di “Casonsèi” perchè ricorda la forma di un calzone, poi italianizzato in Casoncello*.

Si organizzò una grande cena presso l’Osteria della Vecchia, dove oggi continua la sua attività il Circolino, per tutte le donne segratesi e la pozione di Fata Antonia funzionò spezzando la maledizione! A nessuna delle ragazze che si abbuffavano spuntò un solo capello grigio! 

Da allora però accadde una cosa: ogni sabato di carnevale le donne segratesi DEVONO mangiare i Casoncelli per mantenere i capelli del proprio colore naturale, pena ricadere nella maledizione di Mario lo Stregone e vederseli ingrigire inesorabilmente…

Ecco perchè il Circolino ha deciso di mantenere viva questa tradizione: per amore delle donne segratesi e dei loro bei capelli, a Carnavale il Casoncello bisogna mangiare!

Ti aspettiamo.

#takecare #eatCasoncelli&don'tRomp

* Il piatto divenne poi una specialità dell’Osteria della Vecchia di Segrate, locanda di Manzoniana memoria, che si trovava sulla antica via che da Milano portava a Bergamo, ed è per questo che il Casoncello poi si diffuse nella bergamasca ndA.

** Evento valido per la raccolta dei bollini 2018: con 12 bollini si vince la felpa del Circolino e si partecipa all'estrazione di un Viaggio Premio! 

venerdì 29 dicembre 2017

Sabato 20 gennaio - La PASTA FAGIOLI di GUERRA del GINONE!

---- SOLD OUT! ----

90 posti volati via in un battibaleno! Ci vediamo sabato prossimo con chi ha prenotato: per tutti i ritardatari, purtroppo dovrete aspettare un anno per gustarla!

Sabato  20 Gennaio, dalle 20.30, al Circolino di Via Grandi vieni a mangiare l'unica ed inimitabile PASTA FAGIOLI di GUERRA del Ginone! Una ricetta che ha una storia incredibile, direttamente dal fronte della Prima Guerra Mondiale, esattamente 100 anni fa!





L'INCREDIBILE STORIA DI QUESTO PIATTO


20 gennaio 1918 – 20 gennaio 2018

Gennaio 1918, Altopiano di Asiago (Vicenza), fronte della prima Guerra Mondiale tra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-Ungarico. Dopo Caporetto le operazioni belliche dell'esercito austriaco proseguivano con la grande offensiva scatenata sulla linea del Piave e nella zona del Monte Grappa. Per colmare i vuoti nelle divisioni italiane (pur potendo contare su alcuni reparti anglo-francesi) sono utilizzati per la prima volta i giovani 18enni della leva 1899.

Tra questi il giovane Gino Baronchelli da Orzinuovi, provincia di Brescia. La sua famiglia, preoccupatissima per lui, come è ovvio immaginare, insieme a tutte le raccomandazioni e le preghiere perchè il Padreterno lo riportasse a casa sano e salvo (ancora non si immaginava che la Guerra sarebbe finita entro l'anno) diede lui molte masserizie affinchè potesse sostentarsi durante le battaglie. In particolare un sacco di pomodori, uno di fagioli borlotti, pasta secca, cotiche, aglio e cipolla.

Il mese di Gennaio 1918 lassù in alta montagna nelle trincee dell'Altipiano (oltre i 1000 metri sul livello del mare) era davvero terribile. Fu così che il giovane Gino (detto GINONE per la sua possanza fisica) decise di cucinare una grande pasta fagioli e cotiche, con i prodotti dei suoi cari, per tutto il suo plotone composto da circa 50 commilitoni.

Nevicava. E dal paiolo della trincea, piano piano, il profumo della sua pasta e fagioli si diffondeva per tutta la trincea, superava i reticolati di filo spinato e andava al di là... fino alle trincee del nemico. 

Dalle trincee austroungariche si cominciarono a sentire diversi sospiri. I soldati nemici, stremati dalle fatiche della Guerra, dalla fame e dalla cattiva alimentazione, cominciarono a piangere ripensando alle loro case, ai piatti che le loro mamme e mogli cucinavano per loro. La cucina di Ginone richiamava in loro moltissime forti emozioni.

Una foto originale del cuoco Ginone Baronchelli sul fronte


Un soldato austriaco che parlava italiano, Marinon von Rokken, alla fine trovò il coraggio e cominciò a gridare verso la trincea italiana: “Taliani! Cecco Beppe! Kosa essere questo buon profuminen???”

Silenzio. I cecchini italiani si sedettero, cominciarono ad arrotolarsi le sigarette mentre ricominciava a nevicare. Fu Ginone a rispondere: “Uheee crucchi! Ah l'è la  pasta e fasoi de la mi mama! A l'è propi bona... Volete assaggiare?”. Gelo. Il comandante di Ginone non sapeva se mandarlo subito davanti al plotone di esecuzione per tradimento o cos'altro fare.

Partì un lunghissimo dialogo tra le due trincee, i comandanti delle rispettive compagnie trovarono un accordo... e accade un vero e proprio miracolo! Decisero una tregua! 50 soldati italiani e 50 soldati austro-ungarici attraversarono la terra-di-nessuno (lo spazio tra le trincee nemiche ndr) e lì imbastirono un'unica tavolata, mangiando tutti insieme! I soldati nemici portarono il loro vino rosso e dei dolci tipici viennesi (simili ai plumcake), i nostri la pasta e fagioli.


Una foto storica della preparazione della Pasta e Fagioli in Trincea

Per diverse ore i due fronti furono uniti da quel pasto in un luogo e in un momento in cui nessuno avrebbe mai sperato di trovare un calore come quello che si può provare nella propria casa. Fu proprio per questo che, dall’una e dall’altra parte, vennero gridate a squarciagola promesse di pace: nessuno voleva più sparare. Ancora intimoriti, ma spinti dalla fiducia, uno alla volta i soldati si trovarono e si riconobbero, non più come rivali, non più come nemici da combattere, ma come simili con l’unico comune desiderio di trascorrere una notte normale. 

Gli uomini, non più soldati, si abbracciarono anche se non si erano mai visti prima, se non nascosti dal fumo di un’esplosione o nel mirino di un fucile. Si promisero ancora di non fronteggiarsi e tutti si scambiarono regali con chi avevano affianco. Fotografie o sigarette, sorsi di Grappa, addirittura bottoni della divisa: tutti erano pronti a offrire qualcosa al nuovo compagno. Per la prima volta, in quella landa gelata riecheggiò un suono che nessuno di loro sentiva da ormai troppo tempo: una grassa e fragorosa risata che contagiò tutti i presenti, al di là del colore delle divisa.

In ricordo di questo piccolo evento della nostra Storia, il nipote di Ginone Baronchelli, suo omonimo, ha deciso di riproporre agli amici del Circolino di Segrate quello stesso piatto, per lo stesso numero di persone, cucinato nel pentolone originale che suo nonno riportò dalla Grande Guerra, con gli stessi pomodori e fagioli che i suoi parenti ancora oggi coltivano nella piana bresciana.

Un'occasione immancabile per celebrare la fratellanza tra i popoli e la pace.

Ti aspettiamo.

#takecare #makepastaefagiolinotwar 


domenica 26 novembre 2017

Lunedì 27 Novembre: la CADUTA del MURO al Circolino!



Lunedì 27 Novembre sarà una giornata storica per il Circolino!
Cominciano i lavori di ristrutturazione con l’abbattimento  del grande muro divisorio centrale!
Saremo chiusi mattino e pomeriggio… per una grande riapertura con FESTA alle ore 21!  Pizza & Birra  di festeggiamento a 5 euro!!! Ti aspettiamo!


Questo abbattimento darà il via ai lavori di ristrutturazione che, da qui al 2019, vedranno riqualificare sia il nostro bar di Via Grandi che il Cortile.Si tratta di un investimento di quasi 50mila euro che finanzieremo man mano con la cassa della Cooperativa.Il progetto è esposto al Circolino e siamo disponibili a raccontarti i dettagli nel caso tu sia interessato