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90 posti volati via in un battibaleno! Ci vediamo sabato prossimo con chi ha prenotato: per tutti i ritardatari, purtroppo dovrete aspettare un anno per gustarla!
Sabato 20 Gennaio, dalle 20.30, al Circolino di Via Grandi vieni a mangiare l'unica ed inimitabile PASTA FAGIOLI di GUERRA del Ginone! Una ricetta che ha una storia incredibile, direttamente dal fronte della Prima Guerra Mondiale, esattamente 100 anni fa!
L'INCREDIBILE STORIA DI QUESTO PIATTO
20 gennaio 1918 – 20 gennaio 2018
Gennaio 1918, Altopiano di Asiago (Vicenza), fronte della prima Guerra Mondiale tra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-Ungarico. Dopo Caporetto le operazioni belliche dell'esercito austriaco proseguivano con la grande offensiva scatenata sulla linea del Piave e nella zona del Monte Grappa. Per colmare i vuoti nelle divisioni italiane (pur potendo contare su alcuni reparti anglo-francesi) sono utilizzati per la prima volta i giovani 18enni della leva 1899.
Tra questi il giovane Gino Baronchelli da Orzinuovi, provincia di Brescia. La sua famiglia, preoccupatissima per lui, come è ovvio immaginare, insieme a tutte le raccomandazioni e le preghiere perchè il Padreterno lo riportasse a casa sano e salvo (ancora non si immaginava che la Guerra sarebbe finita entro l'anno) diede lui molte masserizie affinchè potesse sostentarsi durante le battaglie. In particolare un sacco di pomodori, uno di fagioli borlotti, pasta secca, cotiche, aglio e cipolla.
Il mese di Gennaio 1918 lassù in alta montagna nelle trincee dell'Altipiano (oltre i 1000 metri sul livello del mare) era davvero terribile. Fu così che il giovane Gino (detto GINONE per la sua possanza fisica) decise di cucinare una grande pasta fagioli e cotiche, con i prodotti dei suoi cari, per tutto il suo plotone composto da circa 50 commilitoni.
Nevicava. E dal paiolo della trincea, piano piano, il profumo della sua pasta e fagioli si diffondeva per tutta la trincea, superava i reticolati di filo spinato e andava al di là... fino alle trincee del nemico.
Dalle trincee austroungariche si cominciarono a sentire diversi sospiri. I soldati nemici, stremati dalle fatiche della Guerra, dalla fame e dalla cattiva alimentazione, cominciarono a piangere ripensando alle loro case, ai piatti che le loro mamme e mogli cucinavano per loro. La cucina di Ginone richiamava in loro moltissime forti emozioni.
Una foto originale del cuoco Ginone Baronchelli sul fronte |
Un soldato austriaco che parlava italiano, Marinon von Rokken, alla fine trovò il coraggio e cominciò a gridare verso la trincea italiana: “Taliani! Cecco Beppe! Kosa essere questo buon profuminen???”
Silenzio. I cecchini italiani si sedettero, cominciarono ad arrotolarsi le sigarette mentre ricominciava a nevicare. Fu Ginone a rispondere: “Uheee crucchi! Ah l'è la pasta e fasoi de la mi mama! A l'è propi bona... Volete assaggiare?”. Gelo. Il comandante di Ginone non sapeva se mandarlo subito davanti al plotone di esecuzione per tradimento o cos'altro fare.
Partì un lunghissimo dialogo tra le due trincee, i comandanti delle rispettive compagnie trovarono un accordo... e accade un vero e proprio miracolo! Decisero una tregua! 50 soldati italiani e 50 soldati austro-ungarici attraversarono la terra-di-nessuno (lo spazio tra le trincee nemiche ndr) e lì imbastirono un'unica tavolata, mangiando tutti insieme! I soldati nemici portarono il loro vino rosso e dei dolci tipici viennesi (simili ai plumcake), i nostri la pasta e fagioli.
Una foto storica della preparazione della Pasta e Fagioli in Trincea |
Per diverse ore i due fronti furono uniti da quel pasto in un luogo e in un momento in cui nessuno avrebbe mai sperato di trovare un calore come quello che si può provare nella propria casa. Fu proprio per questo che, dall’una e dall’altra parte, vennero gridate a squarciagola promesse di pace: nessuno voleva più sparare. Ancora intimoriti, ma spinti dalla fiducia, uno alla volta i soldati si trovarono e si riconobbero, non più come rivali, non più come nemici da combattere, ma come simili con l’unico comune desiderio di trascorrere una notte normale.
Gli uomini, non più soldati, si abbracciarono anche se non si erano mai visti prima, se non nascosti dal fumo di un’esplosione o nel mirino di un fucile. Si promisero ancora di non fronteggiarsi e tutti si scambiarono regali con chi avevano affianco. Fotografie o sigarette, sorsi di Grappa, addirittura bottoni della divisa: tutti erano pronti a offrire qualcosa al nuovo compagno. Per la prima volta, in quella landa gelata riecheggiò un suono che nessuno di loro sentiva da ormai troppo tempo: una grassa e fragorosa risata che contagiò tutti i presenti, al di là del colore delle divisa.
In ricordo di questo piccolo evento della nostra Storia, il nipote di Ginone Baronchelli, suo omonimo, ha deciso di riproporre agli amici del Circolino di Segrate quello stesso piatto, per lo stesso numero di persone, cucinato nel pentolone originale che suo nonno riportò dalla Grande Guerra, con gli stessi pomodori e fagioli che i suoi parenti ancora oggi coltivano nella piana bresciana.
Un'occasione immancabile per celebrare la fratellanza tra i popoli e la pace.
Ti aspettiamo.
#takecare #makepastaefagiolinotwar
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