Sabato 16 Dicembre, dalle 20.30, Al Circolino di Via Grandi riscopriremo tutti insieme, nel suo 500°esimo un piatto della tradizione lombarda che vede la sua nascita ed origine proprio a Segrate, all’Osteria della Vecchia (l’antico nome del Circolino) durante la dominazione spagnola di Milano.
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SOLO 80 posti ancora liberi!
10 euro per Casseoula+Polenta+Vino
TRA verità e Leggenda
Siamo nel 1617 e, come riportano le antiche cronache, un soldato spagnolo, Pedro el Birellon (proponipote dell'hidalgo Rupert de Nola, cuoco di re Ferdinando di Napoli), si innamora perdutamente di una giovane ragazza di Segrate che faceva la cuoca propria nella nostra Osteria: Ursula Detesti. Un giorno la ragazza aveva ricevuto l’incarico di preparare una cena per una grande occasione ma la dispensa era vuota. Così il soldato corse in aiuto della giovane donna.
I due cercarono nei borghi intorno scendendo nelle conserve (cioè dentro pozzi a forma di coni rivoltati, nel cui fondo, grazie alla neve portata dai monti, si riusciva a conservare per mesi le carni e i pesci, ndA), raschiando i fondi per trovare un po' di pezzi di carne (piedino, cotenna, guancia, orecchio, musetto, coda e costine di maiali neri, allevati fin dal periodo dei Celti e i cui discendenti sono la "pelatella casertana" imbattibile produttore di lardi, molto apprezzati da noi indigeni) che signori e nobili generalmente rifiutavano sulle loro tavole. Poi, nei boschi, trovarono verdure selvatiche, cipolle; nei campi gelati dall’Inverno, la verza nera (è proprio il primo gelo invernale che ne rompe le fibre ad accorciarne i tempi di cottura e a renderla più tenera).
I giovini decisero di scottare prima la verza per farle perdere l’acqua di vegetazione e toglierle l’amaro (rendendola più digeribile) e di metterne molta: almeno lo stesso peso della carne. Quindi di cuocere le carni distintamente con tempi e temperature differenti e solo dopo mettere tutto insieme in pentole di terracotta.
In ultimo, ungendo il tutto di sugna, cominciarono a mescolare quell'intruglio dentro pentoloni per ore utilizzando l’unico strumento adatto a loro disposizione: una cazzuola da muratore!
UNTA e tachénta
A fine cottura il piatto risultò essere bello unto e tachénto (che in dialetto milanese significa “appiccicoso”, grazie proprio alla cotenna e al musetto che nella lenta bollitura rilasciano il connettivo gelatinoso necessario): decisero così di lasciarlo riposare il tutto fino al giorno seguente, per esaltarne ulteriormente l'intensità del gusto. Sempre l’indomani decisero di accompagnarlo con dell'ottima polenta e un buon bicchiere di croatina. Non senza prima consigliare ai propri ospiti di bere almeno due dita di grappa prima di sedersi a tavola per assicurare la digestione…
L’AMORE e le qualità AFRODISIACHE
Il piatto, ovviamente, riscosse talmente tanto successo che la cuoca decise di cedere alla corte del giovane ufficiale. Anche perchè la Casseoula, come è noto, ha qualità fortemente afrodisiache…
I CUOCHI del CIRCOLINO
Sarà proprio un discendente di quel soldato spagnolo, Piero Birelli, a cucinare la Casseoula dell’Amore con i suoi fidi Gino Baronchelli e Angelo Martinelli. 500 anni dopo, per celebrare con una ricetta dalla rigorosa tradizione un antico atto d’amore dei propri avi.
Un’occasione da non mancare per tutti coloro che vogliono festeggiare l’amore… prima a tavola e poi… si vedrà!
#takecare #love
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